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Precisione impeccabile nelle loro prestazioni.

'American Graffiti' a 50 anni: il film classico ha mostrato al pubblico degli anni '70 un'epoca più semplice

Jun 14, 2023

Milner (Paul Le Mat, a sinistra, con Richard Dreyfuss e Charles Martin Smith) guida una Ford Standard Coupé del 1932 modificata in "American Graffiti".

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"Dov'eri nel '62?"

Così recitava lo slogan della commedia/dramma nostalgico di formazione di George Lucas, “American Graffiti”, uscito nell'agosto del 1973, diventando un successo a sorpresa con un'impronta culturale enorme e duratura.

Esatto: "American Graffiti" compie 50 anni. Rock 24 ore su 24.

In vista del ritorno del classico nelle sale per le proiezioni domenica e mercoledì (vedi www.fathomevents.com per i dettagli), diamo un'occhiata ad alcuni degli elementi che hanno contribuito all'enorme successo di "Graffiti" (che era quasi intitolato "Rock Around the Block" o "Another Slow Night in Modesto", e grazie a Dio non lo era), e alcune cose che potresti voler cercare se lo guardi per la prima volta o se gli dai un altro giro per amore di nostalgia.

Le colonne sonore divennero di gran moda negli anni '70 e '80, grazie al triplo platino “American Graffiti” e all'enorme successo della colonna sonora di “Saturday Night Fever”, che riscosse un enorme successo prima ancora che il film uscisse nelle sale, per non parlare di " Grease”, “Urban Cowboy”, “Flashdance”, “The Big Chill”, “Purple Rain”, “Footloose” e “Dirty Dancing”. Nel 1980, 17 degli 80 migliori successi pop delle classifiche di Billboard erano brani tratti da colonne sonore di film.

DJ Wolfman Jack presenta le canzoni in "American Graffiti" e fa la sua comparsa nei panni di se stesso.

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Pochi mesi dopo aver interpretato Steve in “American Graffiti”, Ron Howard ha fatto il suo debutto nel ruolo di Richie nell’analogo pezzo televisivo “Happy Days”.

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Poi ci sono gli intertitoli finali, che ci dicono che Steve, quello che aveva il sogno di George Bailey di uscire da "questa città turca" e non voltarsi mai indietro, finì come venditore di assicurazioni in... Modesto, il che significa che non Sinistra. John Milner, ci viene detto, fu ucciso da un guidatore ubriaco nel 1964, mentre Toad di Charles Martin Smith "è stato segnalato come disperso vicino ad An Loc nel 1965", e Curt di Dreyfuss è "ora uno scrittore che vive in Canada", portandoci a mi chiedo se forse Curt sia fuggito dagli Stati Uniti per evitare la leva e il Vietnam. (Alcune di queste storie continuano nello spiacevole seguito “More American Graffiti”.)

Stranamente, però, Lucas ha scelto di non dirci cosa è successo ai personaggi femminili principali. Si può solo sperare che almeno Carol e la bionda nel T-bird trovino destini migliori rispetto a quelli del calibro di Milner e Toad.